sabato 6 ottobre 2007

1° Biblico: Il Cantico dei Cantici

Appunti dell'incontro biblico del 5/10/2007 con don Cesare Pagazzi
Dal Cantico dei Cantici: Capitolo 1 (da leggere qui)

M. Chagall, Il Cantico dei Cantici III

Questo meraviglioso libro, datato circa 500 aC, è noto solitamente solo perché usato nei matrimoni ("Mettimi come sigillo sul tuo cuore..." Ct 8,6), ma è in realtà una perla della Bibbia, da conoscere tutto. Già il nome la dice lunga: canzone delle canzoni, secondo il modo ebraico di costruire i superlativi è come dire "canzone stupenda, canzonissima". E il libro è in effetti una raccolta di canzoni d'amore, composite e complesse come una vera relazione: c'è il romantico e l'erotico, il sublime e la difficoltà a trovarsi.
E' da notarsi il fatto che Dio non sia mai esplicitamente nominato nel libro, e Lui stesso sembra rimanere silenzioso spettatore degli scambi amorosi: ma questo fatto è testimone che la relazione umana, e amorosa in primis, è Parola di Di
o senza bisogno di specificarlo! Dio è Amore e Dio è presente nell'Amore degli uomini. A riprova di questo fatto sono i tre pilastri della Bibbia: in principio, in Genesi Dio crea l'uomo e la donna; in centro alla Bibbia il Cantico parla dell'amore tra uomo e donna; e infine, nelle ultime frasi dell'Apocalisse, parlano ancora due sposi, invocando Dio (Ap 22,27).

- Il libro, dice il primo versetto, è "di Salomone", che però sarebbe vissuto 500 anni prima. Ma ciò che dice il Cantico è in realtà che è un Re chi ha scritto quel libro, perché chi ama è reso Re dall'amore.

- E' un libro di canzoni a più voci: la relazione amorosa, per quanto intima, è cosa tanto bella da coinvolgere tutto il creato, che non può che mettersi a cantarne la bellezza. E inoltre la relazione di coppia vive inserita nella società, e trae linfa vitale dai contatti col resto del mondo, che l'aiuta a restare unita nei momenti di difficoltà, sia facendo da intermediario sia ricordando ai due quanto sia bello l'amore.

- E' un libro fortemente sensuale, come lo è l'amore: non etereo moto del pensiero, ma sentimento che coinvolge tutto l'Uomo, spirito mente e corpo! E qui viene smascherata la bufala del "cristianesimo ed ebraismo religioni che disprezzano la carne": chi lo dice, non conosce Cristianesimo ed Ebraismo, né il Cantico.
Riguardo ai sensi, è interessante come il primo senso coinvolto sia
.il tatto, il senso più "lento e goffo" di tutti, ma l'unico a cui ci affidiamo per controllare se un oggetto sia davvero reale, e non un miraggio o un'illusione. Toccare la propria amata è capire di incontrare una persona
vera e reale, altra da me: è un dissolvere le possibili proiezioni mentali che ci siamo fatti su quella persona, e che rischiano di falsare il rapporto, degradandolo a plagio, narcisistico amore non per l'altra persona ma per la proiezione che noi ci siamo fatti di lei, ovvero di come ci piacerebbe che fosse.
.il gusto, fortemente coinvolto nei Cantico: il sapore dei baci e del corpo dell'amata è qualcosa che la identifica, e ci segna profondamente.
.l'olfatto è il senso più primitivo, e importantissimo nella relazione: i profumi sia degli oli sia del corpo del diletto inebriano, fanno impazzire! E il profumo è come un'espansione della nostra persona, un qualcosa che allarga il nostro corpo diffondendosi, e che lascia tracce sul corpo e sui vestiti dell'altro.

- E' interessante notare come entrambi gli amanti cantino all'universo la bellezza dell'amato, non tralasciando niente e comprendendo come mai gli altri uomini/donne lo amino: è uno sguardo puro e privo di gelosia: uno sguardo immune dal peccato che "fa vergognare" (cf Adamo ed Eva, in Genesi) e temere il giudizio altrui. E' per questo che anche il fatto che lei si sia donata a lui (Ct 1,6) è detto con una purezza e semplicità incredibili: sante.

- Il vino è un tema ricorrente nel Cantico: è bevanda non necessaria alla vita: lussuosa, segno della festa ed elemento che aiuta a farla decollare con la dolce euforia che dona, e anche segno della Terra Promessa (dove si coltiva grano e vite, pane e vino) e del Paradiso, banchetto di grasse vivande e vini eccellenti (Is 25, 6).

- al v.7 cambia la scena, come spesso nel Cantico, sequenza non cronologica né logica di eventi, proprio come in una relazione vera: fatta di momenti esaltanti e noiosi, di romanticismo e di senso del pratico, di amore alle stelle o di litigi altrettanto forti. Lei, pastorella abbronzata dal sole, cerca il suo amato in giro per le valli, cerca il suo Re, anch'egli pastore. E' davvero un re lui? Sicuramente lo è nell'amarla, ma potrebbe anche esserlo, dato che nell'antichità mediorientale il pastore era attività compatibile con la regalità: ricordiamo che il faraone reggeva il bastone per mietere il grano e il pastorale, per tenere unito il gregge.

- al v.9 la diletta è paragonata a cavalla del cocchio regale: il cavallo è bellezza, snellezza, eleganza, ma allo stesso tempo è un'arma letale, usata in guerra! E questo testimonia la natura stupenda ma rischiosa delle relazioni, per cui incontro e scontro, patto e impatto sono spesso inscindibili. Ricordiamo anche che né Davide, re mite, né Gesù, re umanamente atipico, cavalcarono cavalli, ma solo umili asinelli: non venivano a portare guerra, ma pace.

- Notiamo come gli amanti si adornino con profumi e gioielli: il cristiano non è necessariamente asceta, ma apprezza le bellezze della vita, ancora smentendo certo ascetismo universalizzato. Il che è diverso dallo sfoggio superbo, e dall'indifferenza verso la povertà.

- La mirra è il profumo per eccellenza del Cantico: è profumo sponsale, con cui si cospargeva il letto di nozze la prima notte; interessante è che a Gesù bimbo fu offerta mirra, e Gesù morto fu unto con aloe e mirra: Egli consumò il suo amore nuziale con l'umanità tutta, donando la sua vita per noi.

- ai vv.16-17, i due amanti si amano e dormono all'aperto, tra cedri del libano e cipressi. I primi portano legno pregiato, di cui era rivestito il palazzo del Re e anche il Tempio Santo: l'amore è regale e santo! I secondi sembra siano i preferiti di Dio, che a loro si paragona: sono sempreverdi, e ottimi per costruire barche, tant'è che Dio comanda a Noè di costruire in cipresso l'arca: è Dio che salva l'umanità, come l'Amore salva il mondo!

Francesco Grossi

2 commenti:

Silvia ha detto...

Complimenti davvero per il vostro ottimo lavoro!
Ci vediamo alla SdF!!
Un abbraccio.
Silvia

GruppoFuci ha detto...

Ci saremo!!

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