mercoledì 24 ottobre 2007

1° Teologico: Vivere il nostro tempo

Appunti dell'incontro teologico del 19/10/07
con don Cesare Pagazzi

Il modulo teologico che affrontiamo nel cammino fucino di quest'anno tratta l’Anno Liturgico, che in generale può essere definito come il modo che la Chiesa ci propone per vivere il Tempo cristiano. E’ un tempo che il cristiano segue con fede fin dal battesimo e che lo accompagna per tutto il corso della vita.

Partiamo da una domanda tanto banale in apparenza, quanto viva se ragionata a fondo: cos’è il Tempo? Ponendocela abbiamo davanti l’immagine vera, più profonda di noi stessi; è un po’ come chiederci : chi siamo? Nel dibattito sono state date tre definizioni di Tempo, strettamente correlate: il Tempo è limite, orientamento e relazione.
L’identità di ognuno è senz’altro formata dal passato, dal tempo ormai vissuto e non più recuperabile, che ora è un limite per il nostro presente e per ciò che saremo nel futuro. E questo ci fa intendere quanto il tempo sia prezioso per orientarci nel corso della vita, come nella singola giornata, e debba essere vissuto intensamente accettandone le emozioni, sia negative che positive. Infatti il tempo può far scaturire ansia se siamo di fronte a una scadenza, mentre nella occasioni piacevoli può farci assaporare appieno un’attesa speranzosa. Soprattutto il perdurare del tempo ci rende consapevoli del valore delle relazioni che segnano la nostra vita (es. un’amicizia che dura da anni).

Come il Tempo determina la mia vita? L’esistenza è scandita da tappe fondamentali: prima di tutto la nascita, che tra l’altro ricordata ogni anno diventa per gli altri un modo per dimostrare l’interesse che hanno per il nostro Tempo; poi la morte, dies natali, “giorno della Nascita” per i cristiani, la cui data commemorata rinnova in noi il ricordo del caro defunto; poi ancora i 18 anni, momento di ingresso nella comunità degli adulti. Nel caso specifico della donna, la sua stessa natura con il ciclo della fertilità le ha permesso di misurare per prima il Tempo.

Come si vive il Tempo ogni giorno? Una giornata lavorativa può essere vissuta intensamente, con solo brevi pause; mentre uno studente può non avere termini o scadenze imminenti, rischiando di vivere esperienze informi e inconcludenti, oppure viceversa avere saldi punti di riferimento nell’arco del giorno.
Rilevante è che spesso si dà poca importanza al tempo per la preghiera, momento in cui con il ringraziamento riflettiamo su come e con che spirito viviamo le nostre giornate. La consapevolezza di come viviamo la giornata ci dice chi siamo e quali cose davvero rilevanti nella nostra quotidianità, così come in tutta la nostra vita.
Simile al momento della preghiera è il pranzo, che se inteso come semplice modo di riacquistare energia perde tutto il suo reale valore. Questo deve essere il momento in cui prendiamo coscienza che qualcuno ci ha dato la vita, e che grazie a qualcosa diversa da noi e al di fuori di noi riusciamo a conservarla. Il pericolo della non riconoscenza può non farci capire anche il valore delle relazioni che abbiamo con gli altri. Quanto del mio tempo sono disposto a condividere con un’altra persona? Come spendo la mia giornata per gli altri?

Ognuno, ragionando così sulla propria giornata, può capire qualcosa in più di come vive il Tempo e di come questo caratterizza la sua identità.

Spunti di riflessione: proviamo a pensare alla nostra giornata feriale tipo con tutti i suoi dettagli, per valutare l'importanza e l'incidenza di ogni momento nella nostra vita.

Jacopo Ferrari

Nessun commento:

Posta un commento