lunedì 19 novembre 2007

2° Teologico: L'avvento.

Appunti dell'incontro teologico del 16/11/07.
Con don Cesare Pagazzi

Argomento della serata: l’avvento.

Francesco d'Assisi con l’invenzione (o diffusione) del presepio si è concentrato particolarmente sulla povertà di Cristo. Questo per focalizzare il fatto che Dio si è fatto carne e uomo tra noi. Non in vesti folgoranti e impugnando la spada, ma come il più umile degli uomini, non già potente, ma con la debolezza di un neonato.
Il periodo di avvento non è però il ricordo di Gesù che è nato (come se fosse il suo compleanno), o l’attesa della sua rinascita.
Premessa: prima dell’ascensione Gesù disse che sarebbe tornato portando a tutti la salvezza.
Quindi l’avvento consiste nell’attesa del suo ritorno, così come le spose attendono lo sposo durante la notte (tratto da una parabola).
L’avvento può consistere nell’attendere e riconoscere Gesù nelle persone che ci circondano, in quelle che più detestiamo così come in quelle che amiamo.
Avvento inteso come attesa: saper aspettare i tempi degli altri.
Saper aspettare i momenti belli quando si vivono quelli brutti, senza cadere in pericolose paranoie leopardiane, facendo coincidere il piacere con la sola attesa, o prolungare l’attesa per godere di più nel momento che si attende.
Avvento come preparazione alla morte: porta infatti all’auto coscienza di come si è vissuti. Infatti a seconda di come noi crediamo nell’aldilà, dipende come noi viviamo in terra. Senza voler essere moralisti: se crediamo che il tempo della resurrezione non avverrà, si terrà a consumare quanto più possibile sulla terra. Con questo però non significa che dobbiamo rifiutare tutto per poi ottenere di più nel regno dei cieli. Infatti Dio terrà conto anche dei doni che inutilmente abbiamo rifiutato.
L’avvento precede il Natale che ricorre il 25 dicembre, festa romana del sole invitto (vittorioso, o non sconfitto), festività di origine comune a molte fedi pagane. Infatti il 25 è il giorno in cui la luce lentamente, ma inesorabilmente, prevale sulla tenebra. Così come Cristo prevale sul male, la vita sulla morte; e infine noi: riusciamo a superare i nostri momenti bui.

Giovanni Galmozzi

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