lunedì 17 dicembre 2007

3° Biblico: Cantico dei Cantici

Appunti della lectio divina del 14/12/07
con don Cesare Pagazzi

Capitolo 3 (leggi)


Che cos’è che sale dal deserto…?”.
Che cos’è, traslitterato in ebraico, significa “manna”, cibo che il Signore donò ad Israele durante l’Esodo. Il verbo “salire” esalta proprio la dimensione del viaggio, che porta l’uomo al di fuori sé, lontano dalla propria casa e lo spinge ad attraversare deserti che mai avrebbe pensato di percorrere. L’eros è l’occasione che schiude l’uomo e la presenza diurna del Signore in tale cammino è rappresentata da una Colonna di Fumo. Il Signore si manifesta anche tramite un manto notturno che veglia sugli amanti come un baldacchino, consacrando la fusione di corpo ed anima che si sprigiona dal talamo nuziale .

Il baldacchino è costruito con gli stessi materiali che costituiscono il Tempio di Salomone, ciò esalta la sacralità e la regalità del luogo in cui viene consumato l’amore. Il letto nuziale è uno spettacolo agli occhi dell’uomo quanto il legame tra uomo e donna.

Il baldacchino nuziale non è solo luogo d’incontro intimo tra gli sposi, ma è anche un campo di battaglia: la relazione tra due persone comporta inevitabilmente lo scontro tra le individualità e come tale prevede un attacco ed una difesa. Per questo motivo, il baldacchino è attorniato da 60 prodi valorosi.

Segue la descrizione della donna, che è inizialmente paragonata ad elementi campestri e, successivamente, a quelli cittadini. In particolare, il suo collo è descritto come la Torre di Davide, luogo di vedetta e di presidio, sulla quale sono appesi gli scudi e le armature lucenti dei pretendenti che hanno osato cingerla d’assedio.

La donna è paragonata al monte della mirra, in ebraico Moira, nome antico per dire Sion, luogo del sacrificio di Isacco: l’attrazione fatale dell’uomo per la donna comporta il sacrificio di ciò che è più caro.

Le carezze della donna sono più deliziose del vino ed i sapori della sua bocca sono latte e miele, cibi della Terra Promessa.

La donna è quindi fortezza, colle sacrificale e Terra promessa.

Ogni riferimento al corpo della donna è filtrato attraverso il velo che l’avvolge, segno di pudore e tecnica di seduzione al tempo stesso. Il velo simboleggia l’impossibilità di esaurire interamente la complessità della donna.

Ella è descritta con tre tonalità affettive, come amica, sposa, e sorella. Ciò indica l’aspetto complesso della relazione: un affetto non ha mai una forma sola, non è un unico filo ma una corda costituita dalla pluralità di fili intrecciati. In ogni storia di relazione si deve decidere quale il filo dell’intreccio sia quello portante.

Vera Calò e Giovanni Galmozzi

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