giovedì 20 dicembre 2007

Lettere da Milano: Di chi è la colpa?

Di chi è la colpa?

E' tanto inutile quanto di cattivo gusto fare analisi sulla morte, e lo è maggiormente se a morire sono quattro operai che lottavano ogni giorno per guadagnarsi il minimo, e tante volte neanche quello era sufficiente per arrivare a fine mese e sostenere le proprie famiglie. Non analisi, ma chiedersi a chi è attribuibile la responsabilità è più che legittimo. E dunque di chi è la colpa? Non si sa. E stenteremo a saperlo perchè la tragedia fa notizia, la giustizia no, o fa notizia quando è mal amministrata.

Un assassino che investe tre ragazzi pubblica un memoriale e presta il nome a una linea di abbigliamento. L' informazione, trafelata, cerca di intervistare i responsabili, ma pare non ce ne siano. Dunque di chi è la colpa? Scarica barile generale, ma nulla di certo.
In Italia si sta verificando il più alto numero di consumatori abituali di droghe e conseguentemente il più alto numero di spacciatori. Vizi privati e pubbliche virtù quindi chi consuma, che tra gli altri paradossi non è più perseguibile, non lo verrà mai ad ammettere. E di chi è la colpa?
Il mercato della prostituzione è tra i più fiorenti nel nostro Paese, come il fatturato della mafia: tre miliardi di euro all' anno, una tra le poche imprese italiane in attivo, da sempre. In questo caso è da sognatori imbecilli chiedersi di chi è la colpa!

Tornando alla giustizia abbiamo dieci milioni di processi aperti, quattro milioni di cause solo civili, il tempo medio di un processo civile è di sei anni e ogni anno vengono prescritti centocinquantamila reati.
Forse qui riusciremmo a capire di chi è la colpa ma è meglio non chiederselo.
Ieri mattina l' autorevole New York Times ha detto che siamo un paese malato, vecchio e triste; qualcuno ha anche osato provare a controbattere queste affermazioni , con una dose massiccia di coraggio e di poco realismo, se mi è consentito.
Insomma l' istantanea del nostro bel Paese è un poco sfuocata, ma sembra che almeno per adesso non sia colpa di nessuno.

Andrea Ripamonti

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