giovedì 24 gennaio 2008

Lettere da Milano: In Lombardia vince la vita

In Lombardia vince la vita

Divieto di abortire dopo le 22 settimane e 3 giorni, 8 milioni di euro in più ai consultori pubblici e la possibilità di avere negli stessi un sostegno plurispecialistico che favorisca il proseguire della gravidanza. Sono questi i punti essenziali dell' atto d' indirizzo agli ospedali emanato dalla Regione Lombardia, un provvedimento importante per la salvaguardia della donna e del nascituro, ma che alimenta ancora una volta la polemica sulla questione "aborto".
La sinistra parte all' attacco del provvedimento, bollandolo come gesto demagogico e attribuendolo a una parte conservatrice della Chiesa.
Fortunatamente, a differenza di quanto riportano le critiche la nuova legge regionale non è stata disegnata da un manipolo di inquisitori di medievale memoria, ma da una squadra di esperti medici.
Tra questi è interessante la presenza della ginecologa Alessandra Kustermann, che fu negli anni Settanta un punto di riferimento per la causa femminista. In un intervista al quotidiano "il Giornale" la Kustermann difende il provvedimento Formigoni e denuncia che "se il nemico di trent' anni fa erano i ferri delle mammane, ora è la rupe Tarpea dalla quale qualcuno vorrebbe far precipitare i feti abortiti", alludendo alla consuetudine Spartana e bollando come Spartani coloro che criticano il provvedimento.
Sostiene altresì la Kustermann che la legge 194 non vada toccata, e si ritiene in disaccordo con la moratoria sugli aborti richiesta da Giuliano Ferrara.
L' iniziativa proposta da Ferrara, e subito sostenuta anche da altri esponenti politici di Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord e UDC, non vuole in realtà annientare la legge 194, che anzi ha contribuito negli ultimi vent' anni ad abbassare sensbilmente il ricorso all' aborto, ma si propone di sensibilizzare sui dirittti del nascituro oltre che a quelli della madre, e di apportare delle utili modifiche tecnico - legislative per modernizzare il campo di applicazione della 194.
Insomma il discorso è più che importante e, tralasciando le varie posizioni di anacronismo anticlericale o legato alla presunta difesa della donna secondo un femminismo anch' esso anacronistico, vale la pena di affrontarlo.
E' molto bello il cambio di vedute dell' ex femminista Kustermann, che lancia non solo un messaggio di rinnovamento a coloro che si sono fossilizzati su posizioni ormai obsolete ma attua anche un contributo tecnico d' esperienza, volto a evitare la sempre dolorosa interruzione di gravidanza.

Andrea Ripamonti

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