giovedì 20 novembre 2008

2° Biblico: Nicodemo

Appunti dell'incontro biblico del 14/11/08
con don Cesare Pagazzi



Nicodemo, l'intermittente

Affrontiamo in questo incontro un personaggio molto interessante del Vangelo di Giovanni, e precisamente Nicodemo. Di quest'uomo, che affiora e scompare più volte nel corso della narrazione, sappiamo che era un ebreo importante, membro del Sinedrio (l'assemblea dove si decidevano le questioni importanti a Gerusalemme), e fariseo, quindi membro di quella classe di ebrei ortodossi, minuziosi osservanti e studiosi della legge (erano loro i rabbì) che rifiutavano l'egemonia romana (al contrario dei Sadducei, sommi sacerdoti, uomini potenti che non vedevano male Roma e che saranno i principali accusatori di Gesù).

Gv 3
Il primo episodio di "contatto" tra questo maestro del popolo e Gesù avviene in Gv 3,1. Gesù è per la prima volta a Gerusalemme, e ha appena scacciato i mercanti dal tempio; il popolo inizia a credere in lui. Nicodemo è incuriosito da questa figura, ma la storia gli insegna che niente di buono può venire dalla Galilea, zona mezza pagana e mezza fanatica; per questo incontra Gesù di notte, come se non volesse esporsi troppo.
Si rivolge a Gesù dicendo:
"Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui". E' questa la prima professione di fede nel figlio di Dio, e teologicamente intelligente: Nicodemo non è un uomo comune. Eppure Gesù non gli risponde, ma cambia completamente discorso, parlandogli di "rinascere dall'alto"; non gli viene incontro, e quando finalmente il fariseo chiede spiegazioni, ribatte: "Tu sei maestro e non sai queste cose?".
In realtà Gesù vuole far percorrere un cammino di crescita a Nicodemo. Gli ricorda che la nascita è il cambiamento totale: nell'utero tutto è comodo, i nostri bisogni sono soddisfatti ancora prima che sentiamo il desiderio; al contrario nel mondo il bisogno è la cifra comune a tutte le creature, che soffrono se non riescono a soddisfare i bisogni con qualcosa di altro, di diverso da loro. E inoltre la vita insegna che per ottenere occorre anche saper chiedere nel modo giusto; e che anche chiedendo "bene" i miei bisogni possono rimanere insoddisfatti.
Il problema di Nicodemo è l'egocentrismo: ha un'alta stima di sé e non riesce a distinguere il sé dal mondo. Dice che Gesù è "da Dio", ma soprattutto dice che Gesù è "maestro", proprio come lui. Il suo ragionamento è "sei bravo perché mi assomigli". Così Gesù lo spaesa, fino a fargli ammettere: "io non so". L'incontro con Gesù può sconvolgere la vita, col suo messaggio prorompente di verità, che mal si adatta alle nostre mezze misure o abitudini. E Nicodemo a questo punto scompare! Sarà scappato?

Gv 7,44
Ecco riapparire Nicodemo, proprio quando Gesù, che ormai ha compiuto molti miracoli e sta guadagnandosi la fede della gente, si è messo nei guai con i capi del popolo a causa della sua pretesa di essere "Figlio di Dio". Il buon fariseo, forte della sua conoscenza della Legge e della sua ammirazione per Gesù, prova a difenderlo, ma alle prime difficoltà, ancora si inabissa, scomparendo. La sua fede non è ancora solida.

Gv 12,37-43
Qui Nicodemo è descritto come un "capo" che credeva in lui, ma aveva troppo a cuore il favore degli uomini per giocarsi la carriera sostenendo il Galileo.

Gv 19, 28-38
Ecco l'ultima apparizione, proprio quando tutto sembra finito. Gesù è morto, le speranze perdute; ma lui e Giuseppe d'Arimatea vanno da Pilato (bel rischio) e chiedono il suo corpo; lo seppelliscono con onori da re (la mirra, profumo regale e degli sposi). E' questa la conversione definitiva di Nicodemo, che finalmente ha deciso a chi dare la sua vita.

Nicodemo rappresenta un po' la fatica della scelta; quel tenere il piede in due scarpe per paura di perdere un'occasione. L'indecisione è, al contrario della sicurezza, una mania di onnipotenza: il voler avere tutte le possibilità, nessuna esclusa.
Ecco allora le provocazioni: che cosa non voglio perdere quando scelgo? Decido in forza della fede?
E quando qualcosa non mi piace, non è che forse mi sembra che non assomigli a me?

Francesco Grossi

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