domenica 16 novembre 2008

Siamo fatti così: Scienze dell'educazione

Prosegue la nostra rubrica "Siamo fatti così" con l'intervento della già dottoressa Daniela Baldini, che presenta il suo corso di Laurea e Laurea Specialistica. Daniela ha studiato all'Università di Milano Cattolica.
__________________________



Scienze dell'Educazione e Progettazione Pedagogica


"Ma allora ti piacciono i bambini?" E' questa la domanda che quasi sempre mi pongono quando dico cosa ho appena terminato di studiare ("Scienze dei processi socio-educativi" + la specialistica in "Progettazione pedagogica e interventi socio-educativi").. un po' come quando si pensa che chi studia ingegneria sia un pò "quadrato"!


E sempre rispondo: "anche, ma la pedagogia non si occupa solo dei bambini: il mio corso di studi prepara per lavorare con famiglie, adulti, anziani, diversamente abili, con le persone con problemi di tossicodipendenza, per l'intercultura e altro ancora".

E allora le persone mi guardano e o fanno finta di avere capito cosa intendo (perché sembra tutto così scontato) oppure mi dicono, ma come fai tu che hai 20 anni e poco più ad essere educatore di un adulto?

Domanda davvero adeguata, che mi sono sempre posta anch'io e alla quale ho potuto rispondere nel tempo. Ma facciamo un passo indietro.

Finite le superiori mi sono buttata nelle "Scienze dei processi socio-educativi", il corso di laurea che ora si chiama "Scienze dell'educazione".

Ho frequentato l'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano dove ho scoperto essere radicata (in armonia con le mie corde) la prospettiva pedagogica del personalismo cristiano che pone l'accento nella persona e nella sua bellezza, vista in una chiave di lettura cristiana… e così il mio modello di educatore è proprio Gesù. È paziente, osserva, ascolta, sa sempre dire la cosa giusta nel modo giusto, rimane in silenzio quando è il momento, è creativo quando disegna (sulla sabbia), è dolce quando "lascia che i bambini vengano a lui "e sa ascoltare senza però dare i "consigli" che lo portano a sostituirsi all'Altro ma dona le sue parabole, che aiutano a riflettere e a far chiarezza in sé per poi essere liberi di seguire il proprio cammino.

Perché un educatore non può permettersi di rispondere male, di dire oggi non ne ho voglia, di scappare a fare telefonate quando è con i ragazzi o di guardare l'e- mail, ma è lì per loro e con loro. E alle domande a bruciapelo o ai racconti delle persone alle quali non sai proprio cosa dire, concordo con l'affermazione che ho sentito dire nella prima settimana in università (corso di pedagogia generale): l'educazione è un'arte. Non hai le formule, non studi leggi su leggi ma spazi dalla pedagogia generale, dell'infanzia, della famiglia, interculturale, della devianza, degli adulti alla psicologia, alla sociologia, alla storia (soprattutto quella sociale), alla filosofia, al diritto (materie fondanti del corso di studio).

L'educatore aiuta ciascuno a divenire sempre più se stesso, ad abitare il proprio nome. La pedagogia mette il seme aiutando ciascuno a superare i nodi della vita, facendoli divenire degli snodi di riinizio. Ecco le basi pedagogiche che i miei cari professori mi hanno trasmesso: una pedagogia che parla in modo poetico, che vola in alto ma che non si dimentica mai della concretezza, della quotidianità. Ricordo lezioni nelle quali potevamo parlare con i nostri professori riportando le nostre esperienze. Esperienze che erano alimentate grazie ai momenti di laboratori, alle ore pratiche di tirocinio che venivano riprese e accompagnate da lezioni in aula per la rilettura delle nostre azioni, obiettivi e per un confronto in gruppo con i compagni di corso, con le persone preparate e con i rimandi alla teoria per una visione "meta". Perché un'azione fine a se stessa diventa sterile; si parla infatti di ricerca-azione, dove la teoria integra la prassi, dove le esperienze vissute prendono per mano le chiavi teoriche e le riletture critiche per una ricerca di senso alle domande e situazioni spesso spiazzanti, alla quali ti può condurre solo l'incontro con l'Altro e la persona (l'opera d'arte!).

L'educatore è colui che ha intenzionalità, ecco perché può stare con adulti. E la specialistica mi ha aperto gli occhi e aiutato a comprenderlo. I due anni a "Progettazione pedagogica e interventi socio- educativi" sono stati davvero la scoperta di altre dimensioni: la progettazione, la formazione, l'organizzazione e la gestione dei servizi. In particolare, sono rimasta affascinata dalla progettazione -che un po' poeticamente mi sembra il terreno buono nel quale poter gettare i semi dei sogni da raggiungere- e dal grande valore della valutazione, per potere leggere con chiarezza ciò che mi circonda e non dare dei giudizi a caso ma dare un valore con argomentazioni, per poi poter ripartire con consapevolezza!

Daniela Baldini

Nessun commento:

Posta un commento