martedì 31 marzo 2009

Lettere da Milano: Pensiero e cammino

Lettere da Milano”
Pensiero e cammino

Nella vita di ogni persona ci sono momenti dove è bene fermarsi a riflettere.
Qui inizia la difficoltà…
L’angoscia, il turbamento, la paura di non farcela e la paura del futuro.

È difficile pensare, perché è pericoloso. Solo quando ci si ferma si comprende la fatica di andare. Io per primo faccio fatica a fermarmi a pensare, soprattutto nelle nostre realtà quotidiane e metropolitane, mondi veloci, forse troppo.
In questi giorni di Quaresima, costellati da esperienze di ritiro, più che mai comprendiamo la fatica e il bisogno di riflessione, di pensare a noi stessi.
Pensare a noi non significa egoismo, non è deficit di altruismo, è una necessità più che umana.
La riflessione non deve essere però una scusante per innalzare le nostre debolezze a difficoltà insormontabili, corazza contro le debolezze degli altri, altrimenti lo scoramento e la solitudine diventerebbero sempre maggiori.
Altra necessità fondamentale è l’unione di pensiero e cammino. L’ozio precede il negozio, e naturalmente alla riflessione deve seguire l’azione, lo slancio verso gli altri; il ritiro non deve essere l’esperienza zen che isola dal mondo, deve essere nel mondo e per il mondo.
Il rapporto col mondo presuppone libertà, e come scrisse H. D. Thoreau “se sei un uomo libero, allora sei pronto a metterti in cammino”.


Andrea Ripamonti

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