domenica 15 marzo 2009

Lettere da Milano: tempo di Quaresima

“Lettere da Milano”

Tempo di Quaresima

Il tempo quaresimale è iniziato. Il tempo dove dovremmo veramente rivolgere il nostro sguardo all’essenzialità, alleggerirci da ogni tipo di pesantezza, è puntuale. Puntuale nel riportarci alla verità, alla difficoltà della rinuncia, della preghiera. Quanto è difficile rinunciare, non all’essenziale, ma al superfluo. Sembra di vivere ogni giorno come il martedì grasso, maschere per tutta la vita, impulsi irresistibili a rendere la nostra vita un carnevale, o meglio una carnevalata.

Una storiella milanese tramandata nelle vecchie osterie racconta in maniera simpatica e concisa i tre gradi della sbronza: al primo posto c’ è la “cirla”, un’ ubriacatura bonaria che mette allegria, non fa danno e crea un clima di festa attorno; al secondo posto c’ è la “virla”, ed è una cosa più seria, insomma un’ ubriacatura più pesante, che forse mette un poco di tristezza e una forte emicrania; l’ultimo grado è la “patarlacca”, pesantissima, difficile da smaltire, con conseguenze spiacevoli per l'ubriaco e anche per chi gli sta vicino, ed è dovuta ad ingente o quasi proibitiva quantità di alcool.
Vi chiederete il perché della storiella.

Penso, con buona pace di tutti i più grandi pensatori contemporanei, che ci troviamo nella società della “patarlacca”, una società ubriaca, che non sa più come smaltire la sbronza.
Mi affido, e spero che tanti altri lo facciano, proprio a questo tempo di Quaresima per farci passare la sbronza e tornare sobri.
“Annunciare Cristo crocifisso” come recita la Prima lettera ai Corinzi è vivere, è ubriacarsi di felicità, senza toccare un goccio di vino, ed è anche rinuncia e sobrietà.

Andrea Ripamonti

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