giovedì 9 aprile 2009

5° Biblico: Maria Maddalena

Appunti dell'incontro biblico del 27/03/2009
con don Cesare Pagazzi


Maria Maddalena per Samuel e Mary R. Bancroft


Affrontiamo oggi un personaggio molto interessante del Nuovo Testamento: Maria Maddalena. È un personaggio di cui si è molto (s)parlato anche recentemente, ad esempio con il romanzo "Il Codice da Vinci". È spesso stata al centro dell'attenzione, comunque: da sempre l'arte la rappresenta in modo forte, spesso scandaloso, mai con indifferenza. La si può trovare spesso nuda, o magari con braccia e gambe nude, o ancora con i capelli sciolti - segno molto forte nel passato, quando le donne scioglievano i capelli solo all'interno dell'intimità coniugale: girare con i capelli sciolti era molto sconveniente. Insomma, l'idea comune è che Maria Maddalena fosse una prostituta, e questa etichetta le è rimasta addosso, tramandata dall'arte.
Ma è un'etichetta che rende giustizia a questa donna?

Tiziano dipinge la Maddalena con diversi centimetri quadrati di pelle nuda.


In realtà, nelle Scritture non c'è niente di troppo preciso sul suo conto. Da dove arriva allora la supposizione? In Lc 7,36ss si parla dell'adultera che lava i piedi di Gesù con le sue lacrime - ma non si sa quale sia il suo nome. Poco dopo, in Lc 8, si parla delle donne che seguono Gesù e i discepoli, e tra queste c'è la Maddalena; per questo c'è stata un'identificazione (un po' azzardata) tra l'adultera, e Maria.
Ma cosa dice il testo di Luca? Di Maria dice che è di Magda(la), città della Galilea, e che da lei sono usciti ben 7 demòni. Ricordiamo che nella cultura ebraica, il 7 è il numero del compimento, della completezza: 7 demòni sono dunque tutta la malvagità possibile, per un uomo! Altro non si sa; nel tempo si è assegnato alla Maddalena il peccato di adultera.
Ma se vogliamo riflettere sulla gravità del peccato, forse l'adulterio è tra quelli meno pericolosi: esso dà infatti prova del misfatto, come conseguenza magari di un figlio illecito. E dando questa prova, mette in guardia, viene a galla. Ben più pericolosi sono i peccati che restano nascosti, privati, addirittura camuffati da buone azioni (es. dire molte preghiere e coprire, giustificare con quelle le proprie molte ingiustizie). Gesù è molto acuto nel denunciare questo rischio: in Gv 9,35ss lancia la sua accusa: "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane". Seguire Gesù non è comodo: riesce sempre a stanarci dalle nostre comode cecità, per portare a galla il male.

Proseguendo nel Vangelo, ci accorgiamo che Maria è tra le più fedeli di Gesù, arrivando addirittura dove gli stessi Apostoli arrivano a fatica: sotto la Croce; è anche tra i primi testimoni (per Gv 20 l'unica) della Resurrezione. Nel bellissimo brano di Giovanni, la Maddalena, vedendo il sepolcro vuoto, si chiede: "Dove l'hanno messo?". È una frase significativa, che dice molto di questa donna. Non credeva alla Resurrezione del Maestro, che riteneva ormai un cadavere, un oggetto che si può spostare a piacere, rubare. Certo, è fedele anche al cadavere, ma è un amore che rischia il feticismo. Il feticismo (spesso erroneamente ridotto alle sole degenerazioni a sfondo sessuale) avviene quando una persona si fissa su ciò che potrebbe favorire l'incontro con un'altra persona, assolutizzando il mezzo e non l'incontro, che si perde. Per avere una relazione, ognuno si deve fare un'immagine dell'altra persona, ed è giusto; l'immagine diventa però feticcio quando non si è più disposti a modificarla seguendo i cambiamenti della persona, e ci si sclerotizza sul nostro punto di vista.
I credenti sono sempre a rischio di feticismo, di considerare Dio come un amato feticcio - un oggetto preziosissimo, ma non soggetto. È questo uno dei peccati "invisibili", e per questo più pericolosi. Per fortuna Gesù sa come infrangere i nostri feticci: a volte è assente, indisponibile, caratteristica di una persona, non di una cosa. Alla Maddalena che si avvicina dice: "Non mi trattenere". Gesù sa che la morte, per quanto renda indisponibili, rischia di essere l'estremo sigillo (sia come chiusura che come segno di appartenenza), che fa del defunto un oggetto di proprietà dei suoi cari. Gesù si rivela soggetto, persona viva; così può capitare nella vita una "crisi di fede" - ma sarà la fede che ci manca, o un nostro feticcio che sta scomparendo nel momento in cui Dio lo sconfessa, distanzandosi dalla falsa immagine che noi ci siamo fatti di lui?

L'uomo da sempre ha cercato di inscatolare Dio in qualche feticcio; un esempio ne è il "Gott mit uns" (Dio è con noi) dei soldati tedeschi della II guerra mondiale: credere che Dio stia solo da una parte è farne un feticcio. Lo stesso errore fecero gli apostoli: "Uno che non è dei nostri predica e fa miracoli nel tuo nome", denunciano scandalizzati; e Gesù li sconfessa. Ancora: il temutissimo e odiatissimo (dagli ebrei) Nabucodonosor, re di Babilonia che deportò il popolo d'Israele, è chiamato da Dio stesso "suo servo", esecutore della sua volontà (Geremia).
Dobbiamo sempre stare in guardia dai feticci: ad esempio è feticcio credere che la Verità sia solo dalla "mia/nostra parte", dimenticando che la Verità del Vangelo ci dice di legarci agli altri.

L'incontro di Gesù con la Maddalena, la donna dei 7 demòni e del feticismo, ci dice molto dell'atteggiamento di Gesù verso i peccatori. È interessante anche notare come in Gv 20 la scena sia una grande citazione di un altro libro che è ambientato in un giardino: il meraviglioso Cantico dei Cantici (qui gli appunti dell'anno scorso), che narra della donna che cerca il suo amato, vagando per il giardino. Ironia: lei dormiva, e il suo amato era al suo fianco. Così la Maddalena, che non vedendo la Resurrezione, temeva di aver perso Gesù.

Francesco Grossi


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