venerdì 3 aprile 2009

Lettere da Milano: Cambio di programma

Lettere da Milano”

Cambio di programma…


Non vi è mai venuto il legittimo sospetto di essere trattati come dei burattini? Insomma la sensazione di non capire bene i meccanismi della società e di lasciarvi travolgere dagli eventi e dal cambiamento.

Qualcuno potrebbe rispondermi che è impossibile capire tutti i meccanismi, e avrebbe solo ragione; lungi da me il tentare di capire. Chi ad esempio ha mai capito determinate mode o costumi? Pochi, forse solo coloro che quella moda l’hanno lanciata.

Ora la situazione per me è la stessa; guardatevi attorno, crisi mondiale dell’economia, soluzioni possibili, inquinamento, soluzioni possibili, problemi sociali, soluzioni possibili, e potrei continuare a lungo.

Se poi cerchiamo veramente di capire arriviamo alla conclusione che difficilmente le cause dei grossi problemi sono attribuibili ai cittadini, ma a scelte politiche sbagliate, forte lavorio di lobby, e anche qui potrei continuare a lungo.

L’ evidenza mostra che le conseguenze le pagano i comuni mortali; tra i tanti esempi quello più naturale è legato all’automobile: immaginiamo un italiano medio, venticinque anni orsono compra la sua prima automobile, bella potente ed alimentata a benzina super, qualcuno poi gli fa capire che la potenza non è tutto ma esiste anche l’ambiente e come per magia la benzina “verde” entra in casa (o meglio nell’auto) del nostro cittadino medio che cambia automobile, un’altra bella auto nuova a benzina verde catalizzata, ma siccome l’ America che è il motore del mondo dice che la benzina “verde” inquina pur essendo “verde”, il prezzo della “verde” sale in poco tempo a dismisura e obbliga il nostro cittadino medio a comprare un automobile diesel, che diventerà in poco tempo il carburante del futuro, diventato il carburante del futuro costa ormai come la cara e vecchia “verde”, tant’è che grazie agli incentivi alla rottamazione nel 2009 il nostro cittadino medio acquisterà un’automobile G.P.L…e tra vent’anni come andrà l’auto del nostro italiano medio?

Il nostro italiano medio ha sempre fatto la scelta giusta, quando era giusta per chi gli vendeva il prodotto e ha sempre dovuto convincersi che la scelta di non cambiare prodotto sarebbe stata sbagliata, e comunque svantaggiosa per le sue tasche.

Non è però solo questione di tasche, il nostro italiano medio si è lasciato vendere e ha poi svenduto tante idee nel corso di quei venticinque anni.

Già negli anni Settanta il grande pedagogo Ivan D. Illich descritto come “un europeo colto con passaporto americano e con una profonda passione per i problemi del terzo mondo”, parlava di un limite oltre il quale il progresso si tramuta in degenerazione della qualità della vita e della convivenza tra gli uomini e propose come risposta la “convivialità” intesa come una società nella quale lo strumento è al servizio della persona integrata alla collettività e non al servizio di un corpo di specialisti.

Sicuramente Illich non svendette le proprie idee, speriamo di fare altrettanto, con la convinzione di non essere mossi come dei burattini; perché i burattini fan ridere, noi no.


Andrea Ripamonti

Nessun commento:

Posta un commento