lunedì 22 marzo 2010

3° Teologico: L'avarizia

Appunti dell'incontro teologico del 19/03/2010
con don Cesare Pagazzi

Vizi e virtù: L’avarizia

Il vizio capitale che viene trattato in quest’incontro è quello dell’avarizia.

Questo peccato è collegato ad altre fragilità; inoltre non è un vizio di cui si accusa facilmente gli altri, a differenza magari della gola, o dell'accidia.

San Paolo definisce l’avarizia come la “radice di tutti i mali”.

All’avaro basta sapere di possedere la tal cosa e questo lo compiace e lo soddisfa: non è interessato al vero scopo dell’oggetto, o alla sua utilità, ma solo al possesso.

In quest’incontro per far comprendere meglio questo vizio, citiamo il racconto “La donna e la cipolla” tratto dal romanzo “I fratelli Karamazov” di Fëdor Michailovič Dostoevskij che riportiamo di seguito:

"C'era una volta una donna cattiva cattiva che morì, senza lasciarsi dietro nemmeno un'azione virtuosa. I diavoli l'afferrarono e la gettarono in un lago di fuoco. Ma il suo angelo custode era là e pensava: di quale suo azione virtuosa mi posso ricordare per dirla a Dio? Se ne ricordò una e disse a Dio: - Ha sradicato una cipolla nell'orto e l'ha data a una mendicante. E Dio gli rispose: - Prendi dunque quella stessa cipolla, tendila a lei nel lago, che vi si aggrappi e la tenga stretta, e se tu la tirerai fuori del lago, vada in paradiso; se invece la cipolla si strapperà, la donna rimanga dov'è ora. L'angelo corse della donna, le tese la cipolla: - Su, donna, le disse, attaccati e tieni. E si mise a tirarla cautamente, e l'aveva già quasi tirata fuori, ma gli altri peccatori che erano nel lago, quando videro che la traevano fuori, cominciarono ad aggrapparsi tutti a lei, per essere anch'essi tirati fuori. Ma la donna era cattiva cattiva e si mise a sparar calci contro di loro, dicendo: "E' me che si tira e non voi, la cipolla è mia e non vostra. Appena ebbe detto questo, la cipolla si strappò. E la donna cadde nel lago e brucia ancora. E l'angelo si mise a piangere e si allontanò".

Caratteristiche della persona avara:

L’avaro spende il meno possibile il proprio denaro, il suo potere è dato dai soldi e per questo evita la situazione del rischio che la vita impone (bisogna tenere a mente che tutta la nostra vita è un fattore di rischio. Chi sa vivere bene le proprie risorse finanziarie, le usa).

L’avaro non sa decidere, il fatto di non decidere implica l’onnipotenza (chi non de-cide, cioè non si esclude alcuna possibilità, ha tutte le possibilità, anche se non ne può usare alcuna). Infatti il soggetto che cade in questo peccato non crede perché è convinto di essere onnipotente.

Un’altra caratteristica dell’avaro è che ritiene mortale il condividere i propri beni con gli altri, ha paura di sentirsi sempre più povero, e pensa che sottrarre a sé stesso per dare agli altri lo indebolisca. Ricordiamo che Gesù invece insegna a donare senza esitazioni, perché Dio si curerà di provvedere al bisogno, al necessario: "dacci oggi il nostro pane quotidiano", che è quando basta per vivere (non per strafare, però).

Caterina Pezzoni

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